Un grande pericolo per chi frequenta la montagna, sono le valanghe, termine con cui si identifica una massa di neve in movimento lungo un pendio, piccola o grande che sia. Prima di avventurarsi in escursioni o attività in montagna è assolutamente necessario informarsi sulla situazione di pericolo di valanghe e seguire alcuni accorgimenti:
non allontanarsi per nessuna ragione dalle piste e dai sentieri segnati, sia nel bosco sia in altre zone alpine;
dopo una nevicata aspettare la stabilizzazione del manto nevoso;
non mettete in pericolo né voi né altri sciatori, sciando in maniera incontrollata;
attenetevi sempre alle indicazioni del personale degli impianti di risalita e seguite i cartelli indicatori.
munirsi sempre di apparecchi di ricerca di vittime di valanghe.
Sciare nei canalini è meno rischioso che nei pendii aperti di media inclinazione, salvo in casi di rialzo notevole della temperatura. Una conoscenza estiva dei luoghi permette di scegliere zone pietrose, più sicure dei pascoli o dei prati non falciati, sui quali la neve ha più difficoltà a fare presa.
Scegli con cura le zone dove fermarti evitando di attardarti alla base di grandi pendenze o creste poiché il pericolo può venire dall’alto: valanghe naturali o valanghe provocate da altri sciatori che hanno tagliato il pendio appena sopra, scivolamenti di neve o caduta di seracchi.
Quando la coltre nevosa supera i 60 cm di neve fresca è importante scegliere attentamente il tracciato: devi preferire le zone convesse, i pendii rotti da tratti molto ripidi e da falsopiani.
Valanga: massa di neve che precipita a valle ingrossandosi progressivamente e trascinando con se tutto quello che incontra.
Slavina: frana di neve bagnata che scivola da un pendio montano, di solito di primavera.
Classificare le valanghe è sempre stato molto complesso in quanto ci sono molti fattori che possono influenzare un evento valanghivo rendendolo unico. Il solo modo per riuscire a definire una valanga è stabilire alcuni criteri:
Tipo di distacco:
puntiforme che genera una valanga di neve a debole coesione, via via sempre più larga di forma triangolare o a “pera”. Generalmente si generano su pendii con inclinazione compresa tra 40° e 60°, se la neve è polverosa risulta essere molto leggera con una densità < 100 Kg/m3 e una temperatura sempre < 0° C. Se invece sono formate da neve bagnata hanno una densità nettamente superiore con valori prossimi anche ai 300-500 Kg/m3 e temperature vicine agli 0° C. Sono molto lente e si innescano su pendii anche inferiori ai 30°. Minore è la pendenza del versante e minori saranno la distanza e l'estensione. Si verificano in inverno, con temperature dell’aria basse e dopo abbondanti nevicate.
lineare che dà luogo ad una valanga a lastroni dovute al distacco improvviso di un intero pezzo di neve più o meno esteso che durante la caduta si spezza in frammenti di minori dimensioni. Le valanghe a lastroni si formano con maggior frequenza su pendii aventi inclinazione variabile tra 30° e 50°, tuttavia si possono avere distacchi anche con pendenze più basse.
Nella maggior parte dei casi il distacco avviene per un aumento del carico sul manto nevoso dovuto al passaggio di sciatori; le valanghe in questo caso vengono dette “provocate”. Esse possono raggiungere velocità elevate in spazi brevi, presentando una forte accelerazione. In condizioni di versante particolarmente accidentato i lastroni, durante il moto, possono addirittura frantumarsi dando origine a valanghe di tipo nubiforme.
Posizione della superficie di slittamento:
di superficie;
si fondo se il distacco avviene in prossimità del terreno.
Umidità della neve:
neve asciutta, innescando valanghe polverose o nubiformi che scende a valle con velocità molto elevate, anche oltre i 300 Km/h con una densità compresa tra 3 e 15 Kg/m3 e un'altezza di scorrimento anche di alcune decine di metri. Essa non segue percorsi preferenziali, ma scorre dritta lungo il versante superando qualsiasi ostacolo; pertanto lo spazio di arresto risulta di molto superiore a quello delle valanghe radenti. Sono caratterizzate da un’onda di pressione d’aria che sopravanza il fronte visibile della valanga ed ha un enorme potere distruttivo.
neve umida contente acqua allo stato liquido ad una temperatura di 0 °C. Ha una densità variabile mediamente fra 300 e 400 Kg/m3. Le valanghe di questo tipo, che nella zona di distacco possono essere sia puntiformi (a debole coesione) sia a lastroni (a elevata coesione) con distacco per linee spezzate, si formano dopo un forte rialzo termico: sono quindi tipiche, anche se non esclusive, del periodo primaverile. Sono caratterizzate da una velocità di scorrimento piuttosto modesta (30-50 Km/h), e, data la loro elevata densità, travolgono e spingono a valle tutto ciò che incontrano. Seguono la morfologia del terreno e lasciano striature caratteristiche provocate dal materiale detritico che trasportano.
Percorso:
incanalato, se la valanga scorre in una gola o in un canale;
di versante, se scorre lungo un pendio.
Moto:
radente, se la valanga si sposta a livello della superficie;
nubiforme, se si sposta sotto forma di nuvola di polvere;
mista, se combina entrambi i moti .
Causa innescante:
spontanee ;
provocate.
La principale causa di morte è l’asfissia, che supera il 50% dei casi nel seppellimento totale IMPORTANZA DI PROTEGGERE LE VIE RESPIRATORIE DURANTE LA FASE DI TRAVOLGIMENTO I TEMPI DI RITROVAMENTO restano il problema maggiore ed il recupero di travolti, ancora in vita, si riferisce solo a particolari situazioni, soprattutto relative alla possibilità di avere uno spazio davanti alla bocca: la cosi detta “SACCA D’ARIA” o “AIR POCKET”.
Porta sempre con te un apparecchio di ricerca in valanga, comunemente noto come ARVA (Appareil de Recherche de Victimes en Avalanche, in francese) o come ARTVA (Apparecchio di Ricerca dei Travolti in VaAlanga, in italiano) ed ovviamente impara ad usarlo al meglio, esercitandoti regolarmente.
Devi sempre avere con te la sonda da valanga e la pala da neve.
Lascia detto, a chi rimane a valle, dove intendi andare a sciare.
Non sciare mai da solo, ma evita anche i gruppi troppo grandi.
Bisogna analizzare la situazione il più rapidamente possibile. È importante non farsi prendere dal panico se vieni travolto dalla valanga, di qualunque tipo essa sia. se ti trovi nella parte alta della valanga devi tentare di aggrapparti al pendio cercando l’appiglio di un albero o di un cespuglio. Se questo non è possibile, cerca di rimanere a galla nuotando, poiché restando in superficie avrai forti possibilità di uscirne indenne. Se vieni sommerso, agisci come segue:
Quando vieni travolto non respirare e tieni la bocca chiusa: nel caso di neve polverosa un foulard può essere molto utile.
Rannicchiati con le braccia chiuse contro il corpo e le gambe piegate.
Nello stesso momento in cui la valanga si ferma, devi spingere la neve il più lontano possibile con le ginocchia e con i gomiti per creare una specie di cavità, così da creare una sacca d'aria.
Infine, concentrati per mantenere la calma, senza sprecare energie urlando, al fine di risparmiare l’ossigeno
Indossa l’ARTVA e controllane il funzionamento prima di iniziare l’attività.
Muoviti il più possibile lungo le creste e le dorsali, utilizzando i punti sicuri del terreno, come le rocce, gli alberi, i tratti pianeggianti.
Evita le zone sottovento e/o dominate da cornici di neve.
I pendii aperti ed uniformi, o quelli che presentano bruschi cambi di pendenza, sono da considerarsi sospetti.
In caso di manto nevoso instabile, non avventurarti su pendii con inclinazione superiore a 30 gradi.
Evita l’attraversamento (taglio) di pendii aperti.
Quando non c’è modo di evitare l’attraversamento, il pendio deve essere tagliato il più in alto possibile.
La salita e discesa di un canalone deve avvenire sempre verticalmente e lungo i margini.
Evita assolutamente l’attraversamento di zone che confluiscono in crepacci, salti di roccia, pietraie affioranti o altre insidie.
Le vecchie tracce non sono indice di sicurezza, in quanto nel frattempo la situazione può essere mutata. Anche le tracce di animali non danno garanzie.
Attività SICURI IN MONTAGNA
Attività promossa dal SOCCORSO ALPINO, la quale previene il rischio di rimanere coinvolti in una valanga.
Si stima che solo il 50% delle persone completamente seppellite dalla neve può essere recuperato in vita, dopo 15 minuti la possibilità di sopravvivere diminuisce drasticamente.